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Bandiera gialla | La storia della nave Lombardia e la quarantena degli equipaggi della San Giusto e della San Giorgio

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

17
MAR
2020

Verso la fine del XIX secolo, il Regno d’Italia intraprese una politica coloniale espansiva, notevolmente voluta da Umberto I, verso le lontane colonie italiane situate in Eritrea, Somalia in Argentina e in Brasile.

Nel 1883 in Brasile erano presenti oltre cinquecentomila italiani emigranti in cerca di fortuna. In quei tempi la Regia Marina presso la Città di Rio della Plata aveva predisposto una base navale, con la presenza di un nucleo di unità navali da guerra che negli anni a seguire divenne una Divisione Navale, atta a garantire tutti i rapporti diplomatici ed economici del Regno d’Italia. Fra le Unità della Regia Marina, in quel periodo, era presente il nuovo Ariete Torpediniere “Lombardia”. Una nuova unità navale, concepita per l’impiego a lungo raggio nelle aree lontane dalla nazione, con una autonomia di 4.000 miglia a 10 nodi, massimo 17 nodi di velocità, sviluppati grazie alle quattro caldaie a carbone e due motori ausiliari che producevano energia motrice, attraverso due assi e due eliche. L’Unità era armata con quattro cannoni principali, singoli da 152 /32 mm, sei cannoni singoli da 120/40 mm, otto cannoni singoli da 57 mm, otto mitragliatrici di vario calibro e da tre tubi lanciasiluri, con un equipaggio composto da 275 uomini più 12 ufficiali sotto il comando del Capitano di Fregata Michele Zattera. La nuova unità per la completezza dell’armamento venne denominata ”Incrociatore Protetto”, tipo Armstrong, e nel 1893 dopo aver effettuato una crociera addestrativa in Marocco e nello stretto dei Dardanelli, l’unità venne inviata in Sud America, precisamente in Brasile. Il 18 dicembre del 1885 attraccò nel porto della Città di Rio de Janeiro. Purtroppo l’intera Città e parte della nazione brasiliana era afflitta da una devastante epidemia di “Febbre Gialla” che aveva già causato notevoli vittime. L’equipaggio della nave, consapevole di affrontare una quarantena forzata, resesi conto della grave situazione ed emergenza sanitaria, offrì i suoi servigi e i suoi mezzi a disposizione delle comunità italiana e brasiliana, operando umanamente nel soccorrere la popolazione, motivati da un grande senso di responsabilità e di solidarietà, elementi appartenenti e consolidati da sempre nella grande famiglia marinaresca. Dopo un periodo di intensa attività prestata a soccorrere la popolazione, il materiale sanitario, logistico e di sussistenza scarseggiava e 127 uomini dell’equipaggio, dopo aver prestato soccorso alla popolazione, venne contagiato dalla febbre gialla e in breve tempo morì.

Il dottore della Regia Nave Lombardia, coadiuvato da marinai, rispettando le procedure sanitarie dell’epoca, annoverate nel Manuale Ragionato del 1939, alla voce ordini in merito alle epidemie, raccolse campioni di siero dai pazienti convalescenti presso l’Ospedale di San Sebastiano di Rio de Janeiro per trasportarli in patria allo scopo di creare un vaccino capace di contrastare la febbre gialla. Nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, edita nel mese di gennaio del 1898 - parte prima, venne riportata e pubblicata la lista dei cittadini italiani, residente in Brasile, deceduti per la febbre gialla. La Società di Mutuo Soccorso e il Circolo Operaio della comunità italiana a Rio de Janeiro, per ricordare l’alto esempio di umanità e generosità condotto dall’equipaggio della Regia Nave Lombardia, presso il Cimitero di Cajù, edificò un monumento/obelisco, in onore dei Marinai deceduti. Al rientro in patria dell’Unità, l’Alto Comando della Regia Marina attribuì onorificenze alla memoria dei Marinai distintosi nelle azioni di soccorso alla popolazione, sacrificando la loro stessa vita.

A distanza di tanti anni, oggi giorno nel 2020, un potente e invisibile virus affligge l’intera comunità mondiale. Dopo aver flagellato l’intera nazione della Cina il virus denominato COVID19-Coronavirus ha devastato alcune regioni dell’Italia Settentrionale come la Lombardia il Veneto e parte del Piemonte. In poco tempo il Governo Italiano, visto il proliferare del virus ha emanato decreti ministeriali restrittivi intesi a tutelare la salute dell’intera popolazione italiana e nel contempo l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il coronavirus pandemia. Ma il Coronavirus non ha risparmiato le unità navali della Marina Militare; infatti pochi giorni or sono, le Navi anfibie San Giusto e San Giorgio, al termine di una importante esercitazione fra gli equipaggi sono stati riscontrati alcuni casi di coronavirus. Tempestivamente l’Alto comando della Marina Militare ha indetto immediati provvedimenti restrittivi e collocando in quarantena gli equipaggi delle Unità Navali menzionate.

Purtroppo la storia è ciclica ma attraverso i suoi preziosi insegnamenti e grazie all’alta tecnologia, alla notevole determinazione, forza, coraggio e pieno rispetto delle regole, “RIUSCIREMO” a sconfiggere questo pericoloso e invisibile nemico che minaccia l’intera umanità.



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